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Covid, Speranza sui vaccini: "Giusto accelerare sulla somministrazione dei richiami"

Ddl Zan affossato in Senato, Calderoli festeggia: "Ci ho proprio goduto"Il libro della scrittrice abruzzese ha ottenuto 189 preferenze. Secondo “Invernale” di Dario Voltolini e al terzo posto Chiara Valerio con “Chi dice e chi tace”. Grande assente il ministro Sangiuliano,trading a breve termine al centro di una battuta della conduttrice Geppi Cucciari“L’età fragile” (Einaudi, 2023) di Donatella Di Pietrantonio ha vinto la 78esima edizione del premio Strega, con 189 preferenze su 644 votanti. «Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi non sono più scontati», ha detto la scrittrice abruzzese, dopo aver bevuto due volte – come da tradizione – dalla bottiglia dello Strega.Al secondo posto “Invernale” (La nave di Teseo) di Dario Voltolini che ha ottenuto 143 voti, e al terzo “Chi dice e chi tace” (Sellerio) di Chiara Valerio con 138. Seguono “Aggiustare l’universo” (Mondadori) di Raffaella Romagnolo, 83 voti, “Romanzo senza umani” (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo, 66 voti, e “Autobiogrammatica” (minimum fax) di Tommaso Giartosio, che ne ha ottenuti 25.L’età fragileDi Pietrantonio aveva già vinto lo Strega Giovani 2024. Nel libro si attraversa il rapporto tra una madre, Lucia, e la figlia 22enne, Amanda, scardinando gli stereotipi sugli anni e sulla sicurezza dei piccoli luoghi di provincia. Sullo sfondo la pandemia. Per la prima volta, la scrittrice affronta anche la violenza di genere.L’età fragile non è un’età specifica, avvolge tutta la vita: «Non do un’unica risposta su quale sia l’età fragile. Ho voluto anche un po’ scardinare lo stereotipo della giovinezza come età della forza, dell’onnipotenza quasi. Qui vediamo addirittura che tutti i giovani di una piccola comunità di montagna sono colpiti da un evento traumatico che accade nel loro luogo di nascita, dove non se lo sarebbero mai aspettato», aveva spiegato all’Ansa la scrittrice, alla sua quarta volta allo Strega e già vincitrice nel 2017 del Premio Campiello con l’Arminuta. CulturaDonatella Di Pietrantonio: «Da piccola volevo essere la migliore. Ma è una sfida che ti sfibra»Mattia InsoliaLa serataAll’apertura della serata nel consueto Ninfeo di Villa Giulia a Roma, condotta da Geppi Cucciari e da Pino Strabioli, i sei finalisti sono saliti sul palco. La novità di questa edizione è stato il ripristino dello spoglio dal vivo. Gli ultimi cento voti infatti sono stati scrutinati uno per uno fino alla proclamazione dell’autrice vincitrice. A presiedere il seggio il direttore della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi, al posto della vincitrice della scorsa edizione Ada D’Adamo, a cui sarebbe spettato il posto, morta prematuramente il 1 aprile 2023 prima della premiazione. Il Ninfeo era meno affollato del solito, circa trecento persone in meno in questa edizione. Tra i grandi assenti, il ministro Gennaro Sangiuliano e il Commissario straordinario del governo per Italia ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte, Mauro Mazza. Erano invece presenti il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il presidente del Maxxi Alessandro Giuli, Corrado Augias, i vertici delle case editrici e dei Gruppi editoriali.Tra gli scrittori Francesco Piccolo, la direttrice del Salone del Libro di Torino Annalena Benini, Dacia Maraini, Sandro Veronesi, Teresa Ciabatti, Paolo Giordano.L’ironia di Geppi Cucciari«Non abbiamo la gioia di ospitare persone del governo», ha detto Geppi Cucciari durante la serata e rivolgendosi a Mollicone salito sul palco ha affermato: «Una domanda a piacere dica quello che crede».Dopo la battuta dello scorso anno al ministro Sangiuliano, che aveva dimostrato di non aver letto i libri della cinquina dello Strega, Cucciari è tornata a scherzare sul ministro, questa volta assente: «Applaudite, siamo in diretta, non si possono coprire i fischi! Applaudite fortissimo», ha detto, riferendosi alla nuova polemica che ha coinvolto Sangiuliano al festival Taobuk di Taormina, dove nel montaggio in onda sulla Rai i fischi sono diventati applausi. «È arrivata questa proposta, ci mettiamo Pino [Strabioli]. Io ho detto va bene, se ti chiami Pino in Rai vai sempre bene», ha poi aggiunto Cucciari sul palco. Un riferimento al volto simbolo della Rai targata Meloni, Pino Insegno. Cucciari poi ha poi ironizzato ammonendo il co conduttore per aver citato lo scrittore Antonio Scurati, ricordando il caso che ha portato a Serena Bortone sei giorni di sospensione. «Io ho condotto la settantesima edizione, l’anno in cui ha vinto Antonio Scurati. Un applauso a Scurati», ha detto Strabioli. «Hai detto Scurati?», ha replicato Cucciari, «Purtroppo la tua serata finisce qui». ItaliaPremio Strega, Sangiuliano e Borgonzoni assenti. Nel 2023 il ministro confessò di non aver letto i libriLisa Di Giuseppe© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi

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