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Rousseau dice addio al M5S, Casaleggio: “Scelta dolorosa ma necessaria”

Silvio Berlusconi ancora ricoverato al San Raffaele: accertamenti in corsoCalcioCroci-Torti: «Un altro segnale al campionato»Il tecnico del Lugano assapora il successo sul Servette,ETF il terzo nelle prime tre uscite in Super League - Renato Steffen e quell'esultanza rabbiosa: «Il rigore sbagliato in finale di Coppa non c'entra»©Keystone/Samuel Golay Massimo Solari03.08.2024 22:17Mattia Croci-Torti lo ammette a denti stretti. Sì, potendo farlo scambierebbe la papera commessa da Joël Mall a Cornaredo con il miracolo di cui il portiere ginevrino si era reso protagonista al 119' della finale di Coppa Svizzera. «Quella parata è un incubo che di tanto in tanto torna a farmi visita» ammette l'allenatore del Lugano a margine del meritato successo contro il Servette. Un successo, per l'appunto, segnato dal clamoroso errore commesso dall'eroe inaspettato del Wankdorf. «Il calcio dà e il calcio toglie, credo comunque che la fortuna aiuti gli audaci» prosegue il tecnico momò, assaporando infine la terza vittoria consecutiva in campionato. «Volevamo lanciare un altro segnale al campionato e ci siamo riusciti. Noi una big candidata al titolo? È dal secondo anno alla testa del Lugano che non mi nascondo. In tempi non sospetti affermai che dovevamo essere pronti a imitare lo Zurigo del 2022, approfittando dei passi falsi di YB e Basilea. Ecco. Oltretutto la società mi ha messo a disposizione una rosa per fare grandi cose. E, lo ripeto, siamo in missione su più fronti». Contro il Servette è arrivata una bella vittoria. Sebbene in rimonta. «Non abbiamo mai perso la testa, anche sotto di una rete» sottolinea il Crus. «La grande consapevolezza mostrata in Europa si è vista anche in questa occasione. Così come la nostra voglia di vincere». A fare la differenza è tuttavia stato un altro fattore. «La panchina si è rivelata di nuovo decisiva e - in tal senso - abbiamo dimostrato di disporre una rosa più forte del Servette». Per dire: Croci-Torti ha lasciato in tribuna giocatori come Aliseda, Papadopoulos e Valenzuela. «E vi assicuro che non è semplice. Anzi, ho bisogno di gente che non prenda bene la proprio esclusione. L'importante è che ciascuno avverta la mia fiducia e capisca che la forza del Lugano è il gruppo». Tra chi non aveva apprezzato la panchina per 95 minuti, una settimana fa a Basilea, c'era Renato Steffen. E l'autore del definitivo 3-1 - all'esordio stagionale contro i ginevrini - non fatica a riconoscerlo. «Ho lavorato tanto durante le vacanze. Perciò mi sentivo già pronto per disputare uno spezzone di partita con i renani, al fine di acquisire ritmo. Tornare in campo in questo modo, ad ogni modo, fa naturalmente piacere. L'esultanza rabbiosa? No, il rigore sbagliato nella finale di Coppa non c'entra. Dal dischetto, in simili circostanze, o si è gli eroi, o gli idioti. E io, come alcuni compagni, ho dovuto accettare il secondo ruolo. È il calcio. Mentre se ho reagito così dopo il gol al Servette è per il mix di emozioni provate in questi giorni. Chi mi conosce sa che non è stato facile accettare di buon grado gli zero minuti del St. Jakob, così come non poter essere a Istanbul. Al contempo poter aiutare la squadra con un gol del genere ha ovviamente sprigionato in me un'energia particolare».In questo articolo: FC Lugano

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