Alessandro Venturelli: l'appello della madre a due anni dalla scomparsaFrancesco Malfetano Prima asprezza e decisione a difesa dei cronisti e dei detenuti: «Atti eversivi» e «Condizioni indecorose». Poi,BlackRock «con garbo ma con determinazione», un «invito» al Parlamento a fare il proprio dovere sulla Corte costituzionale. Nel suo ultimo discorso prima di partire alla volta delle Olimpiadi parigine (dove lo raggiungerà anche Giorgia Meloni, di ritorno dal viaggio in Cina che inizierà questa domenica), la bilancia lessicale di Sergio Mattarella ieri ha preso a pendere nettamente verso il richiamo. IL DISCORSO«Non so come queste mie parole saranno definite» si premura, non a caso, durante il suo discorso per la tradizionale cerimonia della consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione stampa parlamentare, nella consapevolezza che non possono non far rumore.A partire dalla salvaguardia del «ruolo democratico decisivo» incarnata dai giornalisti. Una difesa netta che non lascia adito alla benché minima giustificazione, a differenza delle contestate parole di martedì del presidente del Senato Ignazio La Russa. «Si vanno, negli ultimi tempi, infittendo contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti» scandisce nel giorno della pubblicazione del Rapporto Ue sullo Stato di diritto che infiocina l’Italia con svariate raccomandazioni su libertà di stampa e di espressione. «Ma l’informazione è esattamente questo. Come anche a Torino, nei giorni scorsi. Documentazione di quel che avviene, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati» precisa dal salone delle feste, al Quirinale, pensando all’aggressione subita da un giornalista della Stampa da parte di alcuni esponenti di Casapound, e anche all’inchiesta di Fanpage sui giovani di FdI. «Ecco perché - rincara davanti ad una platea composta dai direttori delle principali testate italiane e dai giornalisti parlamentari, - ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica».Se pare sapientemente tirarsi fuori dall’agone sul ruolo riservato all’Italia dall’Ue (o ritagliato a Bruxelles dalle scelte nostrane) e disinnescare le aspettative di chi, sul premierato e sul Csm, ventilava affondi e affronti, Mattarella non lesina severità quando affronta il tema della situazione nelle carceri.Il gancio è offerto dal rapporto dell’Associazione Antigone appena pubblicato che ha aggiornato a più di 50 i suicidi all’interno degli istituti penitenziari nel solo 2024. Il riferimento invece ad una lettera ricevuta da alcuni detenuti di un carcere di Brescia: «La descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza». «Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, Non va trasformato, in questo modo, in palestra criminale» sottolinea il Capo dello Stato, proprio nei minuti in cui a Montecitorio venivano ammorbiditi gli sconti di pena chiesti da FI come emendamento al Dl carceri dopo un duro confronto in maggioranza. LA CONSULTATra la preoccupazione per gli scenari internazionali, il proliferare degli armamenti e un saluto al presidente Usa Joe Biden «per il suo prezioso servizio e la sua leadership», Mattarella è infine intervenuto rivolgendosi indirettamente ai parlamentari, perché «la lunga attesa della Corte Costituzionale per il suo quindicesimo giudice è un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l'istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia».La situazione, è piuttosto ingarbugliata. Dal novembre dello scorso anno al palazzo della Consulta il quindicesimo seggio è stato lasciato vacante dal termine del mandato della ex presidente Silvana Sciarra. Il Parlamento, a cui spetta la nomina di un terzo dei componenti, ha però sempre rinviato la pratica, intimorito dalla maggioranza molto alta necessaria per trovare la quadra (due terzi degli aventi diritto nei primi tre scrutini, tre quindi in quelli successivi). Il timore tanto della maggioranza quanto dell’opposizione è quindi che, indicando un nome, questo venga bruciato. Per questo i partiti stanno aspettando dicembre 2024, quando scadranno altre tre nomine parlamentari (il Presidente Barbera e i vice-Presidenti Modugno e Prosperetti), nella speranza di poter raggiungere un’intesa che non penalizzi troppo nessuno. Un ragionamento squisitamente politico che però inficia il corretto funzionamento della Corte, oltre che lo spirito della scelta da compiere. «Ricordo che ogni nomina di giudice della Corte Costituzionale, anche quando se ne devono scegliere diversi contemporaneamente, non fa parte di un gruppo di persone da eleggere, ma - conclude il suo monito il Capo dello Stato - consiste, doverosamente, in una scelta individuale, di una singola persona meritevole per cultura giuridica, esperienza, stima e prestigio di assumere quell'ufficio così rilevante». Non in un gioco di potere.© RIPRODUZIONE RISERVATA Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Luglio 2024, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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