“La guerra è finita, daremo serenità”, i talebani promettono un nuovo corsoNello storico liceo di Roma sono arrivate le punizioni promesse. A Modena un rappresentante degli studenti che ha osato parlare dei problemi della scuola sul giornale della città rischia la sospensione. Così i dirigenti delle scuole applicano il pugno di ferro che il ministro vuole e applaudeE fu così che arrivò. La sospensione fino a dieci giorni proposta dal preside Paolo Pedullà,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock nei confronti dei centosettanta studenti del liceo Tasso di Roma che a dicembre scorso occuparono la scuola, è realtà. I consigli di disciplina stanno man mano notificando la sanzione ai ragazzi, già puniti col cinque in condotta nei pagellini intermedi.Sempre a Roma, in un altro storico liceo, il Virgilio del rione Regola, i provvedimenti per l’azione di protesta di circa un mese fa stanno per partire. Ma con una differenziazione tra gli allievi che per la prima volta hanno partecipato a un’occupazione e quelli che invece risultano «recidivi» e, quindi, secondo criteri che il collettivo della scuola reputa «discrezionali e soggettivi». Per i primi solo un «richiamo», per i secondi «tra l’1 e il 6 febbraio si svolgeranno 286 consigli di disciplina» per stabilirne la sorte.In ultimo, il caso più recente: quello dello studente maggiorenne, Damiano Cassanelli, che, dopo aver rilasciato un’intervista alla Gazzetta di Modena sulle problematiche dell’istituto tecnico commerciale Jacopo Barozzi di cui è rappresentante, rischia una sospensione di dodici giorni e, di conseguenza, il “no” all’ammissione all’esame di maturità.Sembrerebbe, così, che i presidi delle scuole italiane abbiano sposato appieno la linea dura e il pugno di ferro al centro della politica del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.Prova di questa politica del “sorvegliare e punire” è poi l’ultimo disegno di legge del dicastero di viale Trastevere che, in attesa del voto favorevole al Senato e del via libera alla Camera, punta proprio a inasprire l’approccio nella valutazione degli studenti. Dal cinque in condotta anche alle medie, che porta dritto alla bocciatura, fino alla previsione di lavori socialmente utili in caso di lunghe sospensioni, sono queste le principali novità della riforma. L’obiettivo? Portare la «cultura del rispetto» tra i banchi di scuola.«Nel caso del Tasso i provvedimenti disciplinari paventati sono stati diretta conseguenza di un’occupazione, che a ogni modo io ritengo legittima. Qui a Modena siamo invece davanti a una vicenda ancor più grave e senza precedenti: lo studente rischia di essere sanzionato per essersi fatto portavoce delle istanze dei suoi compagni», commenta Claudio Riso, segretario Flc Cgil Modena, il sindacato che ha anche chiesto l’immediato ritiro della sospensione. Nessun atto è ancora stato notificato allo studente, ma a seguito del Consiglio di istituto, tenutosi il 25 gennaio, la preside Lorella Marchesini ha direttamente comunicato allo stesso Cassanelli l’intenzione dell’organo collegiale di procedere col provvedimento.«Se l’atto di sospensione verrà notificato – dichiara il legale del ragazzo, Stefano Cavazzuti – siamo pronti a impugnarlo in tutte le sedi che riterremo opportune, non solo davanti al Tar. Da parte della scuola c’è una volontà ben precisa: “eliminare” lo studente per il suo impegno politico. Chiederemo, eventualmente, che – conclude l’avvocato – sia la dirigente a venire sanzionata e che il ministero dell’Istruzione possa disporre delle ispezioni ad hoc nell’istituto». ItaliaVoto in condotta e punizioni più severe non restituiranno autorevolezza alla classe docenteGiulia Addazi«La scuola mi ha tradito»Manifestazioni, in difesa di Damiano Cassanelli, sono in programma: gli studenti già ieri hanno organizzato un sit-in per supportare il loro compagno di scuola che, a Domani, racconta di «essere deluso dalla scuola e dal mondo degli adulti». «Nella mia vita ho cercato di essere sempre onesto e serio, mettendo in pratica gli insegnamenti impartiti dalla scuola, ma ora è la scuola che mi tradisce». Alla Gazzetta di Modena, più in particolare, il rappresentante d’istituto delineò le problematiche sottese a uno sciopero degli studenti. «L’impossibilità di fare gite all’estero – ci dice al telefono –, che è un po’ assurdo per una scuola ad indirizzo linguistico, la mancanza di distributori di cibi e bevande nei corridoi, i metodi assunti dalla scuola negli ultimi tempi, come ad esempio le perquisizioni, ci hanno portato a scioperare». Ora, come si accennava, sullo studente c’è anche l’incertezza della Maturità. «Questo fatto è molto triste, ma non mi pento di aver svolto il mio ruolo di rappresentante: sono stato regolarmente eletto per portare a galla le voci dei miei amici. Rifarei tutto di nuovo e la mia famiglia è d’accordo con me», conclude Cassanelli.L’interrogazione parlamentareSulla questione è intervenuto anche il mondo politico. In primis la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Elisabetta Piccolotti che ha annunciato di aver presentato un’interrogazione al ministro Valditara. «Protestare in modo pacifico e spiegare alla stampa i motivi della protesta non può essere motivo di sospensione, altrimenti si chiama intimidazione», dichiara Piccolotti.In modo analogo si esprime la deputata pentastellata, membro della Commissione Istruzione, Anna Laura Orrico che, contattata da questo giornale, afferma: «La libertà di espressione dei nostri giovani è preziosa e va alimentata instradandola nella giusta direzione. Auspico che la questione non si traduca in una punizione, tantomeno eccessiva, perché bisogna sempre operare per l’equilibrio tra il diritto di protesta e il rispetto delle regole. Ai nostri ragazzi dovremmo trasferire proprio questo senso di equilibrio che significa non far sfociare mai la protesta in violenza. D’altronde, da quanto si legge sui giornali, nell’intervista “incriminata”, lo studente modenese in odore di sanzione esemplare poneva delle questioni da approfondire riguardo la legittima e pacifica facoltà di dissentire. Detto questo – termina Orrico – non vorrei che con la scusa del voto in condotta reintrodotta da questo governo del “merito” ci si trovi davanti all’eccessiva leggerezza nel reprimere il diritto al dissenso tipico della gioventù ma prezioso per il futuro di un Paese come il nostro dove la frattura generazionale è particolarmente profonda».Nessun commento, infine, dall’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna, dove il posto di direttore risulta vacante, e, men che meno, dalla preside Marchesini, irrintracciabile anche per via della scuola chiusa per festa patronale.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediEnrica RieraNata a Cosenza nel 1991, giornalista. Una laurea in giurisprudenza e un diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Un passato da redattore nei giornali locali. Collabora con il servizio cultura de L’Osservatore Romano.
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