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Guglielmo 2024-11-22 BlackRock

Michela Murgia è morta: le reazioni dei politici, vip e personaggi della televisione

Emilia Romagna, gli abitanti si lamentano: "Qui continuiamo solo ad anticipare i soldi"Uno studio legale che vuole fregiarsi dell’appellativo “green” deve necessariamente farsi fautore e promotore di pratiche che rispondano alle esigenze del mutato panorama economico,VOL in linea con i Sustainable Development Goals E’ ormai noto che la professione legale sta vivendo un radicale cambiamento. Una nuova era di innovazione sta stravolgendo i vecchi sistemi di organizzazione e di lavoro, ponendoci davanti a nuove sfide e opportunità. Tale spinta innovatrice, soprattutto nella direzione “green”, si sviluppa all’insegna della sostenibilità, intesa come agire a tutela del pianeta, della collettività e all’insegna della promozione di business responsabili. La sfida imposta dalla sostenibilità si estende ad ogni settore commerciale, dal food alla moda, dall'industria pesante all'intrattenimento, dalla mobilità al settore energetico. Non a caso, l'Unione Europea ha chiesto agli Stati membri di progettare i loro piani di rilancio in modo che il 37% dei loro investimenti vada verso la transizione verde. Inoltre, le Nazioni Unite hanno individuato 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs - Sustainable Development Goals), formando un progetto per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e assicurare pace e prosperità per tutti entro il 2030. Tale cambio di orizzonti ha investito in primis le imprese, e successivamente, a cascata, tutti i professionisti che contribuiscono allla loro crescita, tra i quali gli avvocati ed il mercato legale in senso lato, portando alla nascita di nuove figure professionali, come l’avvocato green. Tale figura è chiamata, non solo ad adattarsi ad un’economia e ad una società che cambia, ma anche a sostenere il cambiamento, sviluppando nuove competenze, fornendo soluzioni sostenibili alle sfide ambientali, sociali ed economiche. L’avvocato green in uno studio legale green Uno studio legale che vuole fregiarsi dell’appellativo “green” deve necessariamente farsi fautore e promotore di pratiche che rispondano alle esigenze del mutato panorama economico, in linea con i Sustainable Development Goals. Volendo utilizzare la tripartizione ESG è possibile formulare alcune “buone pratiche” per raggiungere tali obiettivi. Sul versante Environmental uno “studio legale green”, dovrebbe prevedere l’attuazione di pratiche virtuose relative alla tematica del climate change quali ad esempio attività di rendicontazione e successiva riduzione delle emissioni GHG o, ancora, l’adozione di policy interne volte a sensibilizzare sull’utilizzo smodato di materiali (e.g. policy ottimizzazione dell’uso delle stampanti), nonché la realizzazione di campagne di prevenzioni sul tema ambientale, così da porre l’attenzione su pratiche virtuose come il corretto smaltimento dei rifiuti. Per quel che concerne il versante Social, grande attenzione dovrebbe essere indirizzata all’attenzione al work-life balance, al fine di lavorare in modo sano, garantendo il diritto alla disconnessione ed altresì all’impegno a garantire l’accesso ad una percentuale annua di collaboratori a corsi di specializzazione e borse di studio. Per quanto attiene il versante Governance, un grande segnale di impegno è rappresentato dalla previsione di una leadership fondata sulla parità di genere, nonché dalla nomina di un Comitato di Sostenibilità, ovverosia un organo con il compito di assistere l’organo gestorio con funzioni di natura propositiva e consultiva, nelle valutazioni e decisioni in merito alle questioni legate alla sostenibilità, composto o da membri che sono espressione stessa dell’organo gestorio o da figure con un background tecnico-professionale incentrato su questi temi. Sul solco dello sviluppo sostenibile, cresce l’interesse degli studi legali ad adottare il modello Società Benefit, ovvero quella tipologia societaria introdotta nel nostro ordinamento dalla Legge di Stabilità 2016 con la L. 208/2016, che ha come obiettivo, oltre alla produzione di utili, il perseguimento di una o più finalità di beneficio comune e l’agire in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse. Competenze e servizi green Le imprese, i principali soggetti travolti da questo mutato cambio di valori e prospettive, ricercheranno ausilio in professionisti esterni che le supportino e traghettino verso il raggiungimento di obiettivi sostenibili. Per essere competitivo, l’avvocato green e le associazioni di categoria devono necessariamente adeguarsi a quanto richiesto dal mercato dovendo da un lato ricoprire un ruolo pivot, e dunque essere il primo a adottare all’interno della propria organizzazione i principi della sostenibilità, e dall’altro fornire un nuovo paniere di servizi che soddisfi le inedite esigenze dei clienti. Lo studio legale verde dovrà infatti fornire un pool di servizi che permettano di fotografare lo stato attuale dell’impresa e supportarla nel fissare i propri “sustainable goals”, tracciando la strada per raggiungerli. Servizi di questo tipo sono, a titolo meramente esemplificativo, la predisposizione di Due Diligence ESG, l’analisi di materialità, o ancora la redazione di Gap Anlysis e i relativi Sustainability Plan, nonché il supporto di azioni volte al miglioramento delle performance ambientali. Affinché gli studi possano fornire questi servizi, si richiede loro l’acquisizione e l’applicazione di nuove competenze, all’insegna della multidisciplinarietà. Si pensi alle competenze ingegneristiche necessarie alla costruzione di un’analisi di materialità, o ancora, al ricorso delle metriche oggettive necessarie per la classificazione dei fattori ESG volti ad inquadrare un’attività come sostenibile, ove risultino necessarie conoscenze di tipo finanziario. Tali attività, essenziali per la creazione di un’offerta di servizi ESG, richiedono allo studio legale di stringere collaborazioni con altri professionisti, quali gli ingegneri gestionali o esperti di finanza sostenibile, così da fornire una consulenza a 360°. La via maestra risulta quindi fornire soluzioni integrate, frutto del lavoro di professionalità e competenze differenti, affinate da una solida attività di formazione sollecitata dalle associazioni di categoria. Per quest’ultimo motivo, la maggior parte degli studi legali di grandi dimensioni, ha provveduto alla creazione di Team ESG, popolati da soggetti con competenze che spaziano dal diritto societario, al tax, passando per la compliance ed arrivando ad includere soggetti con background tecnico-scientifici e finanziari. Tutto ciò, sulla scorta di una professione legale che deve orientarsi alla sostenibilità, che sia consapevole delle necessità più urgenti dei clienti e delle persone e che viaggi alla stessa velocità di un mondo sempre più digitalizzato e globalizzato. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediSonia Belloli e Francesco Cipriani Avvocati di Deloitte Legal

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