Ucraina, Vladimir Putin smentisce: "Insensato dire che vogliamo attaccare l'Occidente"I candidati territoriali fanno volare i partiti che li candidano,ETF anche se cambiano spesso casacca. Le urne hanno mostrato che il baricentro di FdI è sempre più a nord. Cuffaro vince la sfida sicilianaAlleanza verdi e sinistra fa il suo primato a Bolzano, la Lega di Matteo Salvini scopre che la sua vera roccaforte è Isernia. Una volta decantato l’esito complessivo delle elezioni europee, la lettura dei dati nel dettaglio racconta una storia parallela: anche nel caso in cui non sono stati eletti, i candidati territoriali hanno assicurato la conquista di feudi insperati ai partiti che li hanno messi in lista. La mappa del voto mostra alcuni picchi apparentemente contraddittori con il radicamento di alcune forze politiche, ma che evidenziano come – accanto al voto d’opinione raccolto dai candidati più mediatici – l’unica garanzia di fedeltà dell’elettorato si ha in “feudi” predefiniti.BolzanoÈ il caso di Brigitte Foppa, consigliera provinciale, una vita passata nei Verdi, che da candidata ha trascinato Avs a Bolzano, trasformandola nella provincia più rosso-verde d’Italia con il 15,8 per cento. Anche se non ha conquistato un seggio per Bruxelles, Foppa ha fatto volare il suo partito, che si è piazzato al secondo posto dietro la Svp. «Un risultato sensazionale, uno dei migliori in Europa», ha commentato pur non nascondendo l’amarezza per non essere stata eletta, essendo arrivata terza nel Nord-Est (Avs ha conquistato un solo seggio).PotenzaIl partito di Carlo Calenda non ha superato la soglia di sbarramento, ma, a guardare l’esito del voto, Azione dovrebbe ripartire dal Sud. Il migliore risultato è arrivato nel feudo di Potenza di Marcello Pittella, ex presidente della Basilicata ed ex volto del Pd, dove Azione è arrivata al 10,8 per cento. A sorpresa, però, la famiglia Pittella – composta dal duo di fratelli Gianni e Marcello – non è l’unica a saper attirare percentuali doppie rispetto a quelle del partito.L’altra capitale di Azione è Vibo Valentia, dove il consigliere regionale Francesco De Nisi (anche lui ex Pd, poi transitato nel centrodestra) ha trascinato il partito al 9,1 per cento. ItaliaFdI è solo Giorgia Meloni, la premier vince il plebiscito ma dietro di lei c’è il vuotoGiulia MerloPordenoneCurioso è anche l’esito di Fratelli d’Italia. Da partito romanocentrico che era, la testa elettorale è sempre più spostata verso il Nord. Accanto all’ottimo ma scontato risultato di Viterbo, i collegi blindati dal partito di Meloni sono Pordenone e Rovigo. Pordenone è stata conquistata con una percentuale bulgara del 41,7 per cento, grazie alla candidatura del sindaco Alessandro Ciriani. Nella provincia veneta, invece, il plebiscito al 40,6 per cento è arrivato grazie a Valeria Mantovan, sindaco di un comune vicino a Rovigo. Segno tangibile della crescita di una nuova classe di dirigenti meloniani, pronti a insidiare le due regioni leghiste per antonomasia.IserniaNon sul solo generale Roberto Vannacci ha scommesso la Lega. Accanto al candidato d’opinione, premiato con oltre 500mila preferenze, il partito di Salvini aveva puntato su un altro grande portatore di preferenze, grazie al quale è diventato la forza più votata nella meridionalissima Isernia. L’artefice dello sdoganamento di Alberto da Giussano in Molise è stato Aldo Patriciello, ex Dc poi passato a Forza Italia e transitato nella Lega grazie a un accordo stretto con il segretario e osteggiato dai puristi dei candidati di partito. Alla Lega ha portato ben 70mila preferenze e la coppa di primo partito con il 26 per cento. Alle politiche del 2022 il Carroccio si era fermato al 5,6.NapoliNonostante la débâcle complessiva e una media nazionale del 10 per cento, il Movimento 5 stelle ha ancora il Sud come territorio privilegiato. Anche questa è stata una lezione per Giuseppe Conte: gli unici territori dove il M5s ha sfondato sono stati i centri in cui ha proposto un nome dal forte radicamento personale.È stato così a Napoli con l’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha portato il Movimento a essere ancora per un soffio il primo partito in provincia con il 24,9 per cento. E a Foggia, con l’europarlamentare uscente Mario Furore, che ha incassato il 23,4 per cento.BariLa percentuale più bulgara, però, è del Pd, che ha conquistato la provincia di Bari con un plebiscitario 45,6 per cento, grazie alla candidatura del sindaco uscente Antonio Decaro. Nel collegio ha sfiorato le 500mila preferenze, portando i dem a superare Fratelli d’Italia al Sud. Una scommessa vinta, quella di Elly Schlein, che ha puntato sul radicamento del primo cittadino.BeneventoStati Uniti d’Europa – il cartello composto dai Radicali insieme a Italia viva – è finito ghigliottinato dalla soglia di sbarramento. A salvarlo non è bastata nemmeno la forza del feudo di Benevento, guidato dall’inseparabile coppia formata dai coniugi Mastella. La moglie Sandra era candidata nella circoscrizione Sud, e nella provincia di Benevento ha portato Stati Uniti d’Europa al 15,4 per cento, incassando il miglior risultato del partito a livello nazionale.AgrigentoIl collegio delle Isole è stato fagocitato da Forza Italia, che tra Sicilia e Sardegna ha toccato il 20 per cento. La provincia più forzista d’Italia è risultata quella di Agrigento: curioso, a una lettura superficiale, visto che nessun candidato in lista veniva dalla città dei templi. Il mistero, però, è presto risolto: il ras locale è l’ex presidente di regione, condannato per favoreggiamento alla mafia, Totò Cuffaro. Con il suo nuovo partito, la Dc, ha prima cercato di proporre una candidatura. Poi ha stretto un accordo per far confluire le sue preferenze sul palermitano candidato di FI, Massimo Dell’Utri. Una prova di forza che non è passata inosservata.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia MerloMi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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