«Dopo 7 anni non sono ancora madre di mio figlio». Le famiglie discriminate dalle leggi sulla procreazioneDopo che il cancelliere Scholz ha definito l’opposizione alla visita del presidente Steinmeier «irritante»,Economista Italiano il ministro degli Esteri Kuleba propone a Berlino di lasciarsi alle spalle il risentimento con un cambio di passo sul sostegno sulle armi, l’ingresso di Kiev nell’Unione europea e l’embargo al petrolio russo «Ucraina e Germania sono amici che in certi momenti parlano in maniera così onesta gli uni con gli altri, che fa male». L’intervento di Dmitro Kuleba sullo Spiegel non abbassa i toni di critica nei confronti di Berlino dopo lo screzio che si è consumato sul viaggio a Kiev che avrebbe dovuto compiere il presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier, considerato uno dei fautori dello stretto legame politico-economico che lega Berlino e Mosca da molti anni. MondoLa guerra infinita e il prossimo fronte europeo: il nuovo numero di Scenari Le parole del ministro Secondo il ministro degli Esteri, «gli ucraini hanno cercato di avvertire la Germania del fatto che decisioni poco sagge possono portare a una catastrofe, ma non siamo mai stati ascoltati». MondoIl presidente tedesco Steinmeier «non è il benvenuto a Kiev» per i rapporti con MoscaMarika Ikonomu Ma Kuleba vede possibilità di riscatto nei fatti, nonostante la presa di posizione di Kiev sia stata giudicata «irritante» anche dal cancelliere Olaf Scholz, che ha comunicato di non aver in programma un viaggio in Ucraina. «Credo che sia tempo di fare il prossimo passo e guardare oltre il “Berlin-Bashing”, lasciarsi alle spalle il risentimento e concentrarsi su quel che bisogna fare adesso». Il capo della diplomazia ucraina loda il cambio di rotta del governo tedesco sull’invio di armi in Ucraina e ha particolare apprezzamento per i ministri Verdi Annalena Baerbock e Robert Habeck che hanno spalleggiato questa decisione. Kuleba riconosce anche le parole di pentimento di Steinmeier e celebra la capacità dei tedeschi di rivedere le proprie decisioni, ma si aspetta un cambio di passo. Kiev chiede uno stop all’acquisto di petrolio russo e una riduzione della dipendenza dal gas, non nei primi anni, ma subito. Oltre all’embargo, secondo il ministro degli Esteri, è indispensabile il sostegno di Berlino nei confronti dell’adesione dell’Ucraina all’Unione europea, una prospettiva che «anche a lungo termine sarà di vantaggio per l’Ue e per la Germania». L’accordo che Kiev propone è che i paesi occidentali forniscano tutte le armi pesanti necessarie per combattere Putin in modo che non debbano farlo i paesi alleati. Se la Germania facesse questi «passi coraggiosi», si porrebbe alla guida degli sforzi per evitare «una nuova terribile guerra in Europa. Penso che sarebbe il modo migliore per dimostrare che siano stati tratti insegnamenti dal passato e che l’integrazione europea sia anche nel ventunesimo secolo una questione di guerra e pace». FattiScholz temporeggia sull’invio di carri armati a Kiev, i Verdi insistonoIvana Mingolla L’appello di Kuleba cade in un momento complesso: oltre alla disdetta del viaggio di Steinmeier, i socialdemocratici devono anche decidere che strada vogliono prendere sulla consegna di un centinaio di carri armati che l’azienda bellica Rheinmetall sarebbe pronta a fornire entro sei settimane a Kiev. Mentre i Verdi spingono per mobilitare anche questi mezzi, il cancelliere temporeggia sulla consegna perché «non agiremo in autonomia» dai partner occidentali. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLisa Di Giuseppe Scrivo di politica, economia ed esteri (soprattutto Germania). Ho lavorato per Reuters, La7, Corriere della Sera e Public Policy.
Bimba di 9 anni imita Giorgia Meloni, e lei le risponde«Il mio relatore mi toccava»: le molestie invisibili nelle università italiane Zelensky gela Meloni in conferenza stampa: “A Berlusconi non hanno mai bombardato la casa”Niente Nordio alla Leopolda, Boschi se la prende con Meloni: «Pressioni politiche»Respingimenti illegali della guardia costiera libica, Sea Watch documenta le bastonate contro i migranti