Covid, morto a 54 anni dopo il contagio: diceva che "i vaccini sono veleno"La presidente della commissione Vigilanza Rai ha chiesto conto all’amministratore delegato della Rai della mancata copertura delle elezioni legislative: Sergio dovrà consegnare una relazione entro venerdì prossimo,ETF che sarà poi discussa dai parlamentari. Intanto, la vicedirettrice di turno a Rainews ha rimesso l’incaricoRoberto Sergio dovrà riferire alla commissione di Vigilanza Rai com’è andata domenica sera, quando nessuna rete Rai aveva in programma un approfondimento in prima serata sull’esito delle elezioni amministrative francesi. La presidente Barbara Floridia ha chiesto una relazione da consegnare a stretto giro: «È del tutto inconcepibile che il servizio pubblico si sia reso protagonista di un simile “buco” proprio nelle ore cruciali di un evento globale seguito dai media di tutto il mondo e che ha trovato ampia copertura sulle tv private italiane. Ho sollecitato l'Ad ad avere una risposta entro l'ufficio di presidenza che ho convocato per il prossimo martedì 16 luglio, di modo da poter esporre il contenuto della relazione a tutti i membri della commissione di vigilanza».Anche la presidente della Rai Marinella Soldi ha detto la sua sul caso. Con una lettera ha chiesto «una maggiore attenzione alla qualità dell’informazione» ai manager: per Soldi la buona informazione andrebbe sfruttata come prodotto di successo e vetrina delle migliori qualità dell’azienda.L’azienda ha già replicato promettendo la consegna della relazione entro venerdì 12. A metterla insieme, filtra dall’azienda, saranno i direttori di testata, la direttrice dell’offerta informativa Monica Maggioni e Stefano Coletta, responsabile dei palinsesti. Tutti gli attori che avrebbero potuto prendere iniziativa (Mario Orfeo l’ha presa, ottenendo la seconda serata, quando su Rai3 è andata in onda la prima analisi del voto) per organizzare una copertura dei risultati che sono iniziati ad arrivare già alle 20. In genere il confronto tra i direttori arriva già 2-3 giorni prima, quando ci si coordina e si ragiona su quali proposte trasformare effettivamente in un cambiamento di palinsesto: una regola che vale per i direttori di testata delle reti generaliste ma anche per Paolo Petrecca, direttore di Rainews, che pure può disporre di tutto il suo canale, a differenza di Gian Marco Chiocci, Antonio Preziosi e Orfeo.Come siano andate davvero le cose si saprà dalla relazione. L’unica variazione di palinsesto oltre a quella della seconda serata di Rai3 è stata comunque lo speciale di un’ora che ha messo in programma Petrecca dalle 20 alle 21, che però poi ha dato indicazione di mandare in onda il festival della Città identitarie da Pomezia, dov’erano presenti oltre a lui stesso anche la cantante-giornalista Alma Manera, a lui vicina, la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia, il fumettista Federico Palmaroli e il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone. La scelta di aprire l’edizione delle 22 il festival aveva dato origine a forti polemiche, che Petrecca ha scaricato sulla vicedirettrice di turno, Ida Baldi, che lunedì sera ha rimesso il suo incarico. ItaliaRai, nessuna copertura in prima serata delle elezioni francesi. Rainews trasmette il festival di Labini, Petrecca: «Nessuna censura»Lisa Di GiuseppeScelta però contestata dallo stesso direttore, che oltre ad attaccare il comitato di redazione ha comunicato che «non ci sono dimissioni. Ida Baldi era già scaduta a giugno ed è in regime di prorogatio», ma sarà disponibile anche a luglio. Insomma, tutto sospeso. Anche perché la responsabilità di un’eventuale iniziativa dei vertici nei confronti di uno qualunque dei direttori coinvolti non se la vuole prendere nessuno: i vertici continuano ad aspettare un accordo politico per procedere al rinnovo della governance di viale Mazzini. Ma finché Giorgia Meloni, unica ad avere davvero interesse a completare la melonizzazione del servizio pubblico issando sulla poltrona di ad Giampaolo Rossi, non si imporrà sugli alleati che vogliono tirarla per le lunghe, nulla si muove.Nonostante il Consiglio di stato abbia infatti respinto il ricorso sulle modalità di selezione dei consiglieri, niente è cambiato nel calendario delle ultime settimane di attività del parlamento prima della pausa estiva, mentre la Lega continua a non avere chiari né i nomi su cui puntare né le cariche a cui ambire. Una costellazione che lascia i meloniani di viale Mazzini in una logorante attesa, anche perché da palazzo Chigi per il momento non arrivano segnali di accelerazioni imminenti. Le altre graneNel frattempo martedì Petrecca ha dovuto anche fare i conti con i primi passi del procedimento nei suoi confronti per l’accusa di comportamenti antisindacali durante lo sciopero generale del 6 maggio, quando su Rainews erano andati in onda notiziari e collegamenti anche fuori dalle fasce garantite. Per il momento, però, il giudice ha rinviato la propria decisione di qualche giorno. Il direttore del festival (e portato a condurre un programma su Rai3 dai vertici Rai) Edoardo Sylos Labini, intanto, ha fatto sapere con una citazione di Sergio Leone cosa pensa di chi ha contestato la programmazione della sua kermesse su Rainews: l’intellettuale di riferimento dei Fratelli ha ripubblicato infatti una scena di Giù la testa in cui dopo la frase di Mao, «Juan urina su un formicaio. Come a dire che ai comunisti in realtà del popolo frega nulla. Lezioni di cinema e di vita...» si legge su X. Una presa di posizione che è bastata perché i membri della commissione Vigilanza del Pd ricordassero le recenti «severe sanzioni disciplinari» prese per la pubblicazione di post sui social. Il riferimento è chiaramente al caso di Serena Bortone, punita con sei giorni di sospensione per il suo post sul caso Scurati. Ma per Sergio le grane non finiscono qui: sono infatti ancora in corso le trattative sulla collocazione del festival di Sanremo. La sovrapposizione con i quarti di finale della Coppa Italia aveva provocato le ire dell’ad, che dal suo profilo social personale aveva contestato la scelta della federazione di far giocare comunque le partite in quella settimana, provocando un derby anche televisivo tra Rai e Mediaset. Improbabile però che la Lega si renda disponibile a modificare i propri piani: il patron dell’Ariston ha già dato il suo via libera allo slittamento di una settimana, che pure si potrebbe leggere come una sconfitta dei vertici urgenti. Sempre nella speranza che non montino polemiche come fu nell’edizione 2023, quando Mara Venier aveva dovuto leggere un comunicato pro-Ieditsraele dal palco. A quanto pare, se n’è pentita: «Non avrei mai dovuto leggerlo. Punto» ha detto la conduttrice al Corriere della Sera. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLisa Di GiuseppeScrivo di politica, economia ed esteri (soprattutto Germania). Ho lavorato per Reuters, La7, Corriere della Sera e Public Policy. Su Twitter sono @sallisbeth
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