Il futuro passa dall’Utility Manager: successo per il primo evento in digitale di AssiumEconomia>Nuovo dpcm: 50.000 ristoratori rischiano la chiusura e il fallimentoNuovo dpcm: 50.000 ristoratori rischiano la chiusura e il fallimentoI dati sul futuro dei ristoratori a fronte del nuovo dpcm,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock che impone la chiusura delle attività alle 18.00, sono drammatici.di Chiara Ferrara Pubblicato il 25 Ottobre 2020 alle 13:14 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataCoronavirus#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Il nuovo dpcm del Premier Giuseppe Conte, che impone a bar, ristoranti e gelateria la chiusura alle 18.00, sarà un colpo di grazia per molte attività di ristorazione. I mesi di apertura successivi al lockdown, infatti, non sono stati sufficienti a riportare gli introiti ad un livello accettabile, complice la paura della popolazione di entrare a contatto con il virus e gli ingenti danni economici alle casse di milioni di italiani.All’indomani del decreto, dunque, i ristoratori che si trovano davanti alla necessità di scegliere se andare avanti o fermarsi sono tanti. In molti stanno riducendo il personale ai minimi termini. Altri hanno deciso di chiudere almeno fino alla fine della validità del dpcm. L’ombra del fallimento è incombente per la gran parte delle attività di ristorazione.I dati sui ristoratoriLa chiusura alle 18.00, secondo le prime stime di Fipe-Confcommercio, metterà a rischio il futuro di almeno 15.000 bar e 40.000 tra ristoranti e pizzerie. Un totale di oltre 50.000 imprese vicine al fallimento. La maggior parte di queste attività si trova nei centri delle città, dove in molti casi i governatori regionali hanno imposto il divieto di sostare in piedi per consumare cibi e bevande. A causa del primo lockdown le attività hanno perso già 26 miliardi di euro. Adesso il bilancio si aggraverà ulteriormente. Le spese che i ristoratori hanno sostenuto, anche per rendere i locali a norma a fronte delle misure igienico-sanitarie contro il Covid-19, e continuano a sostenere sono infatti ingenti. Troppe a fronte dei guadagni ridotti. I consumi complessivi, solo nel mese di dicembre, secondo il Centro studi di Confcommercio, arrivano a circa 110 miliardi di euro, su un totale annuo di 900 miliardi. Per molti ormai insostenibili. Di contro, tra bar e ristoranti, i clienti ogni anno spendono quasi 90 miliardi di euro. Per la maggior parte i clienti sono coloro che abitualmente fanno colazione nei bar la mattina: circa cinque milioni ogni giorno. Un numero simile riguarda coloro che pranzano fuori. Poco meno di dieci milioni, ovvero il doppio, invece, sono coloro che cenano in pizzerie o ristoranti almeno due volte alla settimana. Questi ultimi usciranno almeno per un mese dalle stime, data la chiusura anticipata.L’allarme di Confcommercio: “Servono aiuti”Fipe-Confommercio, a fronte di tali stime, ha lanciato l’allarme. “Servono aiuti mirati, il credito d’imposta e la cassa integrazione da sole non possono più bastare, così chiuderemo tutti. Bisognava intervenire prima per non arrivare a questo punto. Siamo davvero molto preoccupati“, ha detto il direttore generale Roberto Calugi al Messaggero.“Le attività che alla fine di quest’anno avranno subìto perdite superiori al 30% dovranno essere supportate adeguatamente e in tempi rapidi. Per adesso il governo se l’è cavata con il credito d’imposta, la cassa integrazione, il contributo a fondo perduto ma ora è necessario intervenire su affitti e Imu. La categoria nel contesto attuale non può sostenere a lunga una serie di costi strutturali“, prosegue il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio.“Non possiamo sopportare gli oneri di un’ulteriore chiusura, o ci sono interventi economici seri e immediati o la ristorazione è morta. Serve ristoro a fondo perduto, proroga del credito d’imposta sulle locazioni, blocco degli sfratti, cassa integrazione e sospensione delle scadenze fiscali come Ires e Irpef. Non vogliamo entrare nel merito se sia giusto o sbagliato tutto questo, ma temiamo anche che questa chiusura e questi sacrifici non produrranno i risultati sperati, perché è evidente che gli ambiti di contagio sono altri“, ha concluso.Articoli correlatiinEconomiaAeroporti bloccati e voli cancellati in tutto il mondo: guasti tecnici mettono a rischio le vacanze estiveinEconomiaLe novità per la pensione di vecchiaia dal 2027inEconomiaAnalisi dei crolli in Borsa: cause e conseguenzeinEconomiaSocial card "Dedicata a te": aumento dell'importo e nuove modalità di distribuzioneinEconomiaA novembre l’edizione nr. 7 del Mese dell’educazione finanziariainEconomiaAntitrust avvia istruttoria su 6 influencer: chi sono?
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