Bologna, 12enne rapinato da tre adolescenti all'uscita da scuola«Il fenomeno di casa Martinenghi era Jacopo. Ma Tete aveva un pizzico di follia in più»L'assessore allo Sport del Comune di Varese Stefano Malerba racconta un aneddoto inedito: «Il fratello Jacopo era talentuoso,-Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella tecnico, leggero, strutturato ma... razionale. Per reggere ore e ore di vita solitaria in piscina, come sulle strade della Roubaix o sulla neve della Streif, serviva essere un po' matti... e cocciuti, determinati, cattivi: proprio come Nicolò»Martinenghi d'oro, come la sua famiglia (foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale della Federazione Italiana Nuoto) «Alessandra e Samuele sapevano da vent’anni di avere un fenomeno in casa… ma pensavano fosse Jacopo»: è Stefano Malerba, assessore allo Sport del Comune di Varese ma, soprattutto, uomo di sport puro e autentico, uomo di emozioni forti, uomo di valori accompagnati al gesto atletico o tecnico a raccontarci un aneddoto ancora sconosciuto sulla famiglia Martinenghi, mamma Alessandro, papà Samuele e i figli Nicolò e Jacopo (leggi QUI la sua testimonianza da Parigi dopo l'oro del fratello).«Tete era mingherlino, scanzonato, un po’ folle, poco razionale - prosegue Malerba - a differenza del fratello… e qui sta la differenza: Jacopo era davvero talentuoso, tecnico, leggero, strutturato ma razionale. E per sopportare ore e ore in piscina da solo contro un cronometro non puoi essere razionale».«Tutto il tuo mondo, le tue giornate e la tua vita scorrono in una vasca mentre fuori gli altri vivono: per farcela e diventare grande devi essere un matto! - dice Malerba sorridendo - Come alla Parigi-Roubaix, come sulla Streif a Kitzbuhel… sei solo per ore ed ore di allenamento, facendoti un fondoschiena quadro... Devi amare la solitudine per praticare uno sport come il nuoto, il ciclismo, lo sci. Devi essere un po’ matto, e Tete lo è».Eccolo, il nostro campione emergere dalle parole di Malerba: «Matto, cocciuto, determinato, cattivo: ecco Tete! Dietro a lui e al suo allenatore c’è però qualcosa di fondamentale nello sport, che troppe volte ci si dimentica: la vittoria, da bravo democristiano, l’ha dedicata a tutti. E allora io dico che forse Ale, Samu e Jack se la meritano un pezzettino in più di tutti gli altri». A.C.
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