Salvini e il video di auguri di Natale sbagliato su TikTokIl presidente Usa Joe Biden ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armenoIl presidente Usa Joe Biden ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armenoIl presidente Usa ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno. Joe Biden punta a riprendersi la leadership morale e strategica del pianetadi Giampiero Casoni Pubblicato il 25 Aprile 2021 alle 06:13 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataJoe BidenTurchiaUSAArgomenti trattatiBiden e il genocidio armeno: due ragioni per riconoscerloAnkara replica su due binariCosa ha detto il premier armenoIl presidente Usa Joe Biden ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno e lo ha fatto in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca che ha innescato la reazione della Turchia. Nel documento,VOL che non ha solo un valore storico ma innesca un delicatissimo (e voluto) domino in termini di geopolitica, Biden dichiara e precisa che il suo è un gesto che intende “confermare la storia”. Che significa? Che nel momento esatto in cui Biden precisa ulteriormente di non voler “incolpare la Turchia” lo sta ovviamente facendo. Biden e il genocidio armeno: due ragioni per riconoscerloE per due ragioni: la prima, quella di “sponda” etico storica, per cui è impossibile tirar fuori la Turchia dall’equazione armeni-genocidio, dato che a compierlo furono i turchi, sia pur ancora imperialisti . La seconda poi, che lancia precisi messaggi all’anti atlantismo “sfacciato” del premier turco Recep Erdogan e riafferma il nuovo mood in politica estera dell’amministrazione Biden. Un trend per cui il mondo occidentale torna ad essere oggetto di interesse attivo degli States, piaccia o meno. La presidenza Trump aveva aperto infatti scenari mondiali in cui molti stati avevano “infilato il piede” nella porta dell’indifferenza Usa ai fatti planetari. Il documento di Biden poi chiosa con un secco “ma vogliamo che questo non accada mai più”. Ankara replica su due binariE le reazioni di Ankara non hanno tardato di molto. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha detto: “La Turchia non ha lezioni da prendere da nessuno sulla propria storia”. Erdogan è stato più sottile: anni ed anni di autarchia repressa hanno reso il presidente turco bipolare nei suoi atteggiamenti, facendogli alternare momenti di diplomazia a scatti di muscolare ostentazione. Quindi Erdogan nel replicare a Biden si è servito proprio della “parte lesa storica”: ha scritto al patriarca religioso armeno, denunciando “la politicizzazione da parte di terzi del dibattito sul genocidio”. E insinando abilmente che sul medesimo ci sia ancora qualcosa da dibattere.Cosa ha detto il premier armenoDal canto suo il premier armeno Nikol Pashinyan, fresco di batosta nella seconda guerra contro l’Azerbaijan musulmano spalleggiato militarmente proprio da Erdogan, ha plaudito al riconoscimento Usa. E ha definito quello di Biden “un passo potente”. A fargli da apripista sulla Cnn l’ambasciatore armeno negli Stati Uniti, Varuzhan Nersesyan: “Finalmente il presidente americano chiama le cose col loro vero nome e lancia un forte messaggio in difesa dei diritti umani. Quello del presidente Biden è un atto di grande leadership morale contro una lunga storia di negazionismo”. Nersesyan aveva anche rimarcato come “il genocidio armeno non è solo una vicenda del passato o che riguarda solo il popolo armeno, ma è una questione che riguarda tutti, per evitare nuovi genocidi nel futuro”.Articoli correlatiinPoliticaFrancia, arrivata la decisione del presidente Macron: accettate le dimissioni del governo AttalinPoliticaTensioni internazionali, il Cremlino avverte: le capitali europee potrebbero diventare obiettivi di ritorsioneinPoliticaLa decisione di Meta è ufficiale: rimosse le restrizioni a Trump su Facebook e InstagraminPoliticaMaternità surrogata, stretta della Lega sul disegno di legge FdI: fino a 10 anni di carcereinPoliticaZelensky: "Summit storico". Oltre 100 delegazioni in Svizzera al Vertice Globale per la PaceinPoliticaGli Stati Uniti annullano il divieto di fornitura alla Brigata Azov
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