Allerta meteo, maltempo in varie regioni italianeLa conversazione,VOL avvenuta in carcere a Verona, è stata intercettata dagli inquirenti e riportata dal settimanale Giallo. «Non sei un terrorista, ci sono altri 200 femminicidi»«Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone. Hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista». Nicola Turetta si rivolge così, nel primo colloquio, al figlio Filippo Turetta, in carcere per l’omicidio di Giulia Cecchettin. La conversazione, risalente al 3 dicembre (due settimane dopo l’arresto), è stata intercettata dagli investigatori, riportata dal settimana Giallo e rilanciata dal quotidiano l’Arena di Verona. Filippo Turetta è infatti recluso a Verona. Il padre di Turetta, che aveva visto per la prima volta il figlio dopo il delitto di Cecchettin, incoraggia Filippo a pensare alla laurea. E aggiunge: «Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti». L’omicidio CecchettinL’omicidio della studentessa di 22 anni è avvenuto l’11 novembre 2023, suscitando una grande ondata emotiva nell’opinione pubblica. Il delitto era stato particolarmente efferato: sono state inferte settantacinque coltellate alla vittima. L’ex fidanzato, dopo il delitto, era scappato in Germania ed è stato in fuga per una settimana fino alla cattura. Filippo Turetta ha confessato di essere stato lui a uccidere Giulia Cecchettin:« L'ho uccisa perché voleva vivere senza di me».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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