Giovanni Toti ai domiciliari: chi sono gli altri indagatiIl Senato vota la fiducia al Dl Ucraina: aiuti a Kiev e misure anti crisiIl Senato vota la fiducia al Dl Ucraina: aiuti a Kiev e misure anti crisiNonostante il no scontato di Petrocelli e i voti contrari di Forza Italia il Senato vota la fiducia al Dl Ucraina su aiuti a Kiev e misure anti crisi di Giampiero Casoni Pubblicato il 31 Marzo 2022 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatagoverno Draghimovimento 5 stellesenato#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0,Professore Campanella 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Il Senato vota la fiducia al Dl Ucraina sugli aiuti a Kiev e sulle misure anti crisi per l’Italia. Il sunto è che con 214 si, 35 contrari e nessun astenuto il decreto diventa legge anche con i voti del M5s e la maretta fra Mario Draghi e Giuseppe Conte sul tema delle spese militari sembra essere diventata più pretesto dialettico che motivo di frattura all’interno dell’esecutivo. La riprova sta proprio nel fatto che malgrado molte assenze il Movimento 5 Stelle abbia votato la fiducia, fatta eccezione ovviamente per Vito Petrocelli, presidente della Commissione esteri, contrario. Il Senato vota la fiducia al Dl UcrainaLe sorti di quest’ultimo sembrano essere in bilico da un punto di vista politico perché la sua linea all’interno del governo è di fatto “eccentrica” ma non in maniera “eretica” a contare le posizioni del presidente del Movimento Conte. Fra i contrari si sono registrati anche i voti di Fratelli d’Italia. Il no di FdI e i cartelli di protesta di ItalexitIl partito di Giorgia Meloni fa un po’ storia a sé, nel senso che è si convergente con l’esecutivo sull’aumento delle spese militari, ma è in netto contrasto con lo stesso sull’incisività generale del decreto ormai legge. Nelle fasi che hanno preceduto il voto in aula a Palazzo Madama sono stati esposti del cartelli con la scritta “No soldi per armi”. Ad inalberarli sette senatori del gruppo Italexit e di Alternativa più qualche membro del Gruppo Misto. La presidente di turno Paola Taverna ha effettuato i due richiami verbali canonici, poi ha sollecitato l’intervento dei commessi per farli rimuovere.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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