Aborto, la mappa dell’obiezione di coscienza in Italia: se la scelta di uno nega il diritto di tanteGiorgia Meloni Ursula von der Leyen Sullo stesso argomento:Meloni in Cina: "Volontà condivisa di implementare rapporti economici e commerciali"Meloni: "Commissario?Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock Contatti con von der Leyen, valuterò con maggioranza"30 luglio 2024aaa"Attacchi maldestri e pretestuosi" con "fake news" contro il governo italiano dopo la Relazione annuale sullo stato di diritto dell'Unione europea. Lo ha scritto Giorgia Meloni in una lettera a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. E la presidente del Consiglio è tornata sul tema rispondendo a una domanda dei giornalisti a Pechino. "Non vedo ripercussioni negative per l’Italia, non ritengo che i rapporti con la Commissione europea stiano peggiorando. Io e la Commissione europea abbiamo discusso" del report sullo stato di diritto "e del resto la lettera che io ho inviato non è una risposta alla Commissione europea o un momento di frizione con la Commissione europea, è una riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta di un documento tecnico nel quale mi corre l’obbligo di ricordare che gli accenti critici non sono della Commissione Europea ma di alcuni portatori di interesse", ha scandito parlando con la stampa. Video su questo argomentoMeloni in Cina: "Volontà condivisa di implementare rapporti economici e commerciali" Nel rapporto "la Commissione Europea - ha affermato la premier - riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, diciamo stakeholder: il Domani, il Fatto Quotidiano, Repubblica... Però la Commissione europea non è il mio diretto interlocutore, ma chi strumentalizza quel rapporto che tra l’altro non dice niente di particolarmente nuovo rispetto agli anni precedenti, anche questo varrebbe la pena di ricordare". La governance Rai "è definita da una legge del 2015 che ha fatto il governo Renzi" e "dicono che ci sono delle intimidazioni alla stampa perché ci sono degli esponenti politici che querelano per diffamazione alcuni giornalisti ma non mi pare che in Italia vi sia una regola che dice che se tu hai una tessera da giornalista, che ho anche io in tasca, puoi liberamente diffamare qualcuno e dire che gli esponenti politici se avviano una causa per diffamazione stanno facendo azioni di intimidazione, vuol dire non avere neanche rispetto dell’indipendenza dei giudici", ha continuato Meloni. Video su questo argomentoMeloni: "Commissario? Contatti con von der Leyen, valuterò con maggioranza" "Vengono ad esempio prese in considerazione anche alcune querele che ho fatto io, le ho fatte quando ero all’opposizione, non quando ero al governo. Capisco il tentativo di strumentalizzare, cioè conosco il tentativo di cercare il soccorso esterno da parte di una sinistra in Italia che evidentemente è molto dispiaciuta di non poter utilizzare per esempio il servizio pubblico come fosse una sezione di partito, però - ha concluso - su questo non posso aiutare proprio perché credo nella libertà di informazione e di stampa".
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