Pippa Middleton a Wimbledon con l'abito riciclato: ecco quando l'ha indossatoA giugno McDonald’s ha annunciato che avrebbe interrotto la sperimentazione di intelligenza artificiale portata avanti insieme a Ibm. Una sperimentazione che prevedeva di dotare 100 ristoranti della catena di fast food di un sistema basato su intelligenza artificiale in grado di comprendere ed elaborare i comandi vocali ricevuti dai clienti del “drive-through” (le ordinazioni fatte direttamente dalla macchina).L’interruzione della sperimentazione,Guglielmo che procedeva ormai da oltre due anni, è stata causata anche dai costanti errori del sistema di riconoscimento vocale, che, per fare solo due esempi, in un’occasione ha aggiunto al conto nove tè ghiacciati invece della singola Diet Coke che era stata richiesta e in un altro – sempre a causa delle difficoltà nel comprendere diversi accenti, modi di dire e combinazioni impreviste di parole – ha presentato a un cliente un conto di 222 dollari di nuggets.Altri recenti esempi di grandi aziende che sperimentano utilizzi fallimentari, o almeno molto dubbi, dell’intelligenza artificiale hanno come protagonisti la società telefonica Verizon e il suo sistema in grado di suggerire ai clienti piani telefonici personalizzati; Starbucks e il suo sistema progettato allo scopo di offrire consigli (ancora una volta) personalizzati agli avventori delle caffetterie e la società di software per la gestione dei pagamenti Adp e il suo sistema che “permette alle piccole aziende di sfruttare l’intelligenza artificiale generativa per porre domande e comprendere meglio come avviare un’azione delle risorse umane” (se anche a voi tutto ciò sembra molto poco chiaro, potete provare a capire meglio qui).Test senza direzioneTutti gli esempi citati provengono da un recente, e piuttosto scettico, articolo dell’Economist sulle effettive potenzialità economiche di molte applicazioni dell’intelligenza artificiale. Per farla più semplice, la sensazione è che spesso le aziende si sentano in dovere di implementare in tutta fretta servizi basati su intelligenza artificiale anche quando non ce ne sarebbe bisogno e anche se non si capisce quale sia il valore aggiunto per i clienti e per l’azienda stessa.E allora perché lo fanno? Per rispondere a questa domanda, bisogna prima individuare il settore che – escludendo i colossi della tecnologia – ha guadagnato più di ogni altro dal boom delle intelligenze artificiali (generative e non). Vale a dire il settore delle società di consulenza.
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